SANT'ANTONIO TRA PROVERBI E STORIA

Bisogna ammettere che la maggior parte delle feste popolari di origine religiosa, rischiano spesso di diventare pagane. E' forse interessante cercare di capire chi era questo Santo di nome Antonio che oggi celebriamo dopo circa 1800 anni dalla sua morte.

La festa di Sant'Antonio Abate era in passato una delle ricorrenze più sentite nelle comunità contadine. Anche oggi è piuttosto diffusa, soprattutto nelle zone rurali e nei paesi della provincia dove le tradizioni sono molto più radicate che nelle grandi città. Il Santo spesso era rappresentato con lingue di fuoco ai piedi e aveva in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino; sul suo abito spiccava il tau, croce egiziana a forma di "T", simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie, cosa a cui sembra alludere anche il campanello. Malgrado tutte queste connotazioni "agresti" attribuitegli da una tradizione secolare, in realtà Antonio aveva poco o nulla a che fare col mondo contadino: era infatti un eremita ed un asceta tra i più rigorosi nella storia del Cristianesimo antico.

Antonio, nacque in Egitto, a Coma intorno all'anno 250. Malgrado appartenesse ad una famiglia piuttosto agiata, mostrò sin da giovane poco interesse per le lusinghe e per il lusso della vita mondana: alle feste ed ai banchetti infatti preferiva il lavoro e la meditazione, e alla morte dei genitori distribuì tutte le sue sostanze ai poveri. Compiuta la sua scelta di vivere come un eremita, si ritirò dunque in solitudine a lavorare e a pregare. Trascorse molti anni vivendo in un'antica tomba scavata nella roccia, lottando contro le tentazioni del demonio, che molto spesso gli appariva per mostrargli quello che avrebbe potuto fare se fosse rimasto nel mondo. A queste provocazioni Antonio rispondeva con digiuni e penitenze di ogni genere, riuscendo sempre a trionfare. Malgrado conducesse una vita dura e piena di privazioni, fu molto longevo: la morte lo colse infatti all'età di 105 anni, il 17 gennaio del 355 (o356). La sua tomba fu subito oggetto di venerazione.

I riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di Sant'Antonio sono antichissimi e legati strettamente alla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio "santo del popolo". Egli è considerato il protettore per eccellenza contro le epidemie di certe malattie, sia dell'uomo, sia degli animali. E' infatti invocato come protettore del bestiame (che durante la festa viene benedetto), dei macellai e dei salumieri e la sua effigie era in passato collocata sulla porta delle stalle. Il santo veniva invocato anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota appunto come "fuoco di Sant'Antonio". Questo morbo invase ripetutamente l'Europa tra il X e il XVI secolo, e fu proprio in questo periodo che si diffuse la credenza nei suoi poteri contro questo male.

La festa di Sant'Antonio è ancora oggi molto viva in molte parti di Italia, tra cui la nostra Bagnaia, ma anche in Brianza, dove la si celebra tra frittelle e vino brûlé, ed ovviamente tra i falò. Antonio infatti era considerato il patrono del fuoco. Secondo alcuni i riti attorno alla sua figura testimoniano un forte legame con le culture precristiane, soprattutto quella celtica presso i quali è nota l'importanza che rivestiva il rituale legato al fuoco come elemento beneaugurante. Una festa, dunque, di origini antichissime, festeggiare la quale significava e significa, ogni anno, scatenare le forze positive e, grazie all'elemento apotropaico del fuoco, sconfiggere il male e le malattie sempre in agguato. Una festa di buon auspicio per il futuro e all'insegna dell'allegria, in passato ma anche oggi.

In molte parti di Italia, la figura e la celebrazione della festa del Santo si accompagna con l' uso di detti proverbiali diffusi a livello popolare tramite i quali lo si invoca. Questi modi di dire si declinano in varietà differenti secondo i dialetti e le tradizioni della popolazione. Facciamo un breve giro di Italia per ricordarne alcuni tra i più famosi.

Nel Sud dell' Italia è molto diffuso "Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quello che ho perduto" in quanto si è diffusa nel tempo a livello popolare una sorta di giaculatoria scaramantica, nella quale si invoca il Santo per ritrovare qualcosa che si è smarrito. A Varese invece, in Lombardia, la festività di Sant'Antonio Abate è molto sentita: qui il detto si trasforma in "Sant’Antoni dala barba bianca famm'truà che'l che ma manca, Sant’Antoni du'l purscel famm'truà propri che'l" ossia "Sant'Antonio dalla barba bianca fammi trovare quello che mi manca, Sant'Antonio fammi trovare proprio quello". In Piemonte invece si dice: "Sant'Antoni fam marié che a son stufa d'tribilé" ossia "Sant'Antonio fammi sposare che sono stufa di tribolare", invocazione che le donne in cerca di marito fanno al Santo per potersi presto sposare.

In Serrano, dialetto parlato in provincia di Foggia, si dice "A Sènt'Endòn 'llong n'or", con riferimento al fatto che a partire dal 17 gennaio, la durata media del giorno, inteso come ore di luce, è di un'ora più lunga rispetto al giorno più corto, tradizionalmente fissato nel giorno di Santa Lucia, ossia il 13 dicembre. Nel Comune di Teora in provincia di Avellino invece si usa dire "Chi bbuon' carnuval' vol' fà da sant'Antuon' adda accum'enzà", ossia "Chi buon carnevale vuole fare da sant'Antonio deve iniziare" e "Sant'Antuon... masc'ch're e suon'" ovvero "Sant'Antonio..... maschere e suoni". In Veneto vige il detto "A Nadal un passo de gal e a Sant'Antonio un passo del demonio" riferendosi al progressivo allungamento delle giornate. Nella tradizione contadina umbro-marchigiana troviamo invece "A Natale 'na pedeca de cane, a Sant'Antò un'ora 'vò" che sarebbe "A Natale un passo di cane, a Sant'Antonio un'ora in avanti".

In Napoletano infine si usa: "Chi festeggia Sant'Antuono, tutto l'anno 'o pass' bbuon". Ed è proprio a quest' ultimo proverbio che in conclusione vogliamo affidarci con l'auspicio di passare anche noi un piacevole 2015. Sarà quindi il caso di dirlo alla bagnaiola "Chi festeggia Sant Antonio, tutto ell'anno le passa bono". E chi più ne ha, più ne metta!Evviva Sant' Antonio!